ROMA – Si aggrava la situazione per gli interventi di ristrutturazione edilizia. Come è noto, a causa di un pasticcio delle norme e in particolare delle differenti interpretazioni della legislazione in materia, oltre cento cantieri in Italia (quasi tutti a Milano, ma ora anche a Siena e in altre città) sono bloccati da inchieste della Procura della Repubblica che ritiene che ci si debba sempre attenere alla legge del 1942, quindi rispettarne i limiti e procedere con i piani attuativi nonostante norme più recenti, in casi particolari, non ne prevedevano l’obbligatorietà. Il blocco e in alcuni casi il sequestro dei cantieri ha creato problemi gravissimi per le famiglie che hanno acquistato o stanno per acquistare immobili compresi nei progetti di ristrutturazione, per gli operatori che hanno investito ingenti risorse in queste iniziative edilizie e anche per le amministrazioni comunali si sono viste fermate le operazioni di ristrutturazione e di rigenerazione urbana.
Data la gravità del problema, il Parlamento sta intervenendo con una proposta di legge, la numero 1987, primo firmatario l’on. Mattia, che prevede una interpretazione chiarificatrice su che cosa si intende per ristrutturazione edilizia e un confronto decisivo in sede di Conferenza unica Stato e enti locali. Tra le audizioni parlamentari dinanzi alla Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici, c’è stata il 18 settembre quella dell’imprenditrice Simona Frigerio, coordinatrice nazionale della Filiera CdO Edilizia.
“Pensiamo – ha detto Simona Frigerio ai parlamentari - di esprimere un parere che raccoglie le istanze e i timori di gran parte, se non della totalità, delle diverse categorie degli operatori dell’edilizia. A nostro parere un intervento del Parlamento è quanto mai opportuno – e per questo siamo grati ai promotori della proposta di legge - perché sono in gioco importanti interessi economici di molte famiglie che hanno acquistato o stanno per acquistare unità immobiliari; di centinaia di operatori immobiliari a loro volta coinvolti con grandi investimenti; e di molte amministrazioni comunali che si sono viste frenate e a volte completamente bloccate nelle iniziative di gestione del territorio e in particolare del recupero di immobili vetusti e di aree abbandonate. Più in generale, si tratta di sbloccare una situazione che sta determinando una paralisi nel mondo dell’edilizia con grave nocumento per gli operatori, per le famiglie e per le amministrazioni locali”.
La coordinatrice della Filiera nazionale di CdO Edilizia, rimandando al documento tecnico scritto trasmesso alla Commissione, ha affermato: “Formuliamo qui la richiesta che il Parlamento approvi la norma nel più breve tempo possibile, secondo il motto “fare presto, fare bene”. Ribadiamo con forza che è davvero importante per il destino di numerose famiglie e di molti operatori, che il Parlamento provveda a fornire per via legislativa una norma chiarificatrice che possa sbloccare l’impasse che si è venuto a creare con le differenti interpretazioni delle norme urbanistiche in materia di ristrutturazione edilizia”.