Dopo la bufera sui bonus edilizi e in particolare sul superbonus per via del peso sul bilancio dello Stato, si punta a mantenere aperta la strada della riqualificazione edilizia del patrimonio immobiliare italiano anche attraverso altre soluzioni. Una di queste è il disegno di legge per la rigenerazione urbana, presentato a luglio in Senato, che vede primo firmatario il senatore Gasparri e si avvale della consulenza dell’ingegner Carla Cappiello del consiglio nazionale degli ingegneri e della presidente di Ance, Federica Brancaccio. Gli obiettivi della legge nazionale, oltre a coordinare le varie normative regionali, sono il riordino e l’efficientamento degli ambiti urbani e ridurre il consumo di suolo evitando l’ulteriore espansione delle città.
Il disegno di legge prevede che sia adottato un Piano nazionale per la rigenerazione urbana con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri su proposta del Comitato interministeriale per le politiche urbane. La proposta prevede anche l’istituzione di un fondo nazionale per la rigenerazione urbana con dotazione di 50 milioni di euro per il 2023; di 100 milioni per gli anni 2024 e 2025; di 300 milioni all’anno nel periodo dal 2026 al 2036. I progetti per poter accedere al finanziamento del fondo nazionale tra le altre condizioni devono assicurare la realizzazione di edifici della classe A di certificazione energetica e in ogni caso un miglioramento dello standard di efficienza in conformità alle direttive europee; un consumo di suolo pari o inferiore al loto originario, comprese le opere infrastrutturali.